Restorative 360°: come il generalista di ieri si è trasformato in specialista multidisciplinare

La nostra categoria è abituata, per convenzione, a distinguere le diverse figure professionali all’interno di discipline specialistiche specifiche.
Il restauratore che fa conservativa, l’endodontista fa soltanto endodonzia, il protesista che non tocca un bisturi ed il chirurgo che non prende un’impronta.
La realtà clinica è che, nonostante tutti noi abbiamo dei cavalli di battaglia che ci identificano maggiormente in una di queste branche, all’interno dei nostri studi, tutti, ci occupiamo di molteplici aspetti clinici, sconfinando spesso in aree non strettamente monotematiche.
Una volta questo, veniva considerato e percepito come un’uscita dalla zona di comfort.
Oggi, grazie alle conoscenze delle singole discipline, che sono sempre più solide, è possibile per il generalista formarsi in maniera quasi specialistica su ognuna di esse, più velocemente e con minor sforzo rispetto al passato.
Questo consente, soprattutto alle nuove generazioni, di carpire i dettagli essenziali delle singole branche, rapportarli in maniera più semplice all’interno di una “Big-Picture” (visione d’insieme) di cui il paziente godrà in termini di elaborazione del piano di trattamento multidisciplinare, che verrà eseguito da un’unica persona, e poi eventualmente smistato tra più figure professionali in chiave di collaborazione interdisciplinare.
A questo punto il nostro lavoro diventa una passeggiata.
Bisognerà semplicemente scomporre il problema clinico in più parti possibili a seconda della nostra raffinatezza diagnostica, ricomporlo grazie alla visione d’insieme… e finalizzarlo utilizzando tutta la tecnologia a nostra disposizione e sfruttando i vantaggi dei materiali di ultima generazione. Il gioco è fatto! E la cosa bella è che più andiamo avanti, più sarà divertente!