Venissa

La stella Michelin evita di doversi dilungare sulle caratteristiche eccellenti del ristorante, ma le parole non saranno mai abbastanza per descrivere l’esperienza a Venissa. Citando Ungaretti: “la meta è partire” e mai come in questo caso arrivarci è parte integrante dell’esperienza, per raggiungere questo angolo di paradiso occorrono 40 minuti di navigazione con il servizio pubblico che da Venezia attraversa la magica quiete della Laguna Nord passando tra barene e vecchie bricole a segnare i percorsi di chi naviga in queste acque. Venissa presidia il lato nord dell’isola di Mazzorbo in una tenuta circondata da mura medievali e con un campanile trecentesco all’interno della storica vigna. Circondata dall’acqua su tre dei quattro lati, è attraversata da un canale e ospita una antica peschiera. Buona parte dei prodotti di terra vengono coltivati negli orti, visitabili, interni alla tenuta e un grande valore storico lo ricopre la vigna. Dopo aver recuperato 80 piante di un vitigno autoctono ormai estinto, la Dorona di Venezia, oggi da Venissa si può gustare un bianco unico nel suo genere le cui uve, nel corso dei secoli, si sono adattate alle condizioni di salinità tipiche della laguna.

Diversi chef internazionali si sono alternati ai fuochi di Venissa penultima è stata Antonia Klugmann, con la quale ho avuto personalmente il piacere di seguire un’indimenticabile masterclass, ora presidiano la cucina Chiara Pavan e Francesco Brutto reduci da importanti riconoscimenti, quali: miglior Chef donna d’Italia nel 2019 e miglior giovane Chef italiano nel 2017, con loro una brigata di giovani talenti, offrono una cucina coraggiosa e d’avanguardia fortemente ancorata al territorio e alle stagioni che lo caratterizzano. Nota speciale: è possibile pernottare, anche nelle camere lo stile non manca.